Il Decreto Legislativo 231/01 torna a far parlare di sé: nei giorni scorsi, la voce autorevole dell'ex Procuratore Generale della Repubblica di stanza alla Corte d'Appello di Firenze, Beniamino Deidda, è intervenuto sul tema del Decreto Legislativo 231/01, presso la Confindustria di Siena. Beniamino Deidda ha lasciato da poco più di un mese la sua carica di Procuratore Generale risolvendo indagini di portata nazionale, come i ben noti casi della strage di Viareggio e della Costa Concordia.
Durante il seminario "Il Decreto Legislativo 231/01 e la responsabilità aziendale", organizzato dalla Confindustria di Siena e dalle associazioni territoriali di Grosseto ed Arezzo, la partecipazione dell'ex procuratore generale di Firenze è spiegata in virtù delle sue conoscenze e della sua grande esperienza in materia di reati in ambito di Sicurezza e Igiene del Lavoro, e della loro dipendenza, in fatto di responsabilità, dai datori di lavoro, dagli amministratori e dai responsabili alla sicurezza.
Non solo in virtù della sua professionalità, ma anche dei suoi studi e delle sue pubblicazioni, Beniamino Deidda ha presentato, in maniera chiara e netta, le caratteristiche del Decreto Legislativo 231/01, i livelli di responsabilità di amministratori o dipendenti nel procurare vantaggi illeciti alla società di appartenenza, le sanzioni e soprattutto le modalità per non incorrere in reati più o meno rilevanti.
Il Decreto Legislativo 231/01 ha infatti portato significative novità in campo di responsabilità degli enti in sede penale, punendo mediante sanzioni, il patrimonio delle società e gli interessi finanziari dei soci. A differenza di quanto avveniva prima dell'entrata in vigore del Decreto Legislativo 231/01, oggi, i soci, i membri di un consiglio di amministrazione o del collegio sindacale, e tutti coloro che in misura più o meno significativa si occupano del patrimonio societario, devono vigilare sull'operato dei loro collaboratori, per non incappare in denunce penali.
L'unico modo per una società od un ente di evitare parzialmente o in toto le sanzioni è il rispetto dell'art. 6 del Decreto Legislativo 231/01 che prevede l'esonero della società che applica i modelli di controllo gestione ed organizzazione previsti dalla legge.
Nello specifico il co.2 dell'art. 6 del Decreto Legislativo 231/01 prevede la stesura di un Codice Etico e di un Sistema Sanzionatorio interno, oltre all'esistenza di un Organo di Vigilanza e Controllo e all'identificazione dei rischi. Come spiega Deidda, l'adozione del modello previsto dal Decreto Legislativo 231/01 non è obbligatoria ma il suo mancato utilizzo, mette a repentaglio l'ente che sarà responsabile degli illeciti compiuti nel suo interesse.
AUTORE: questo articolo è redatto da Eleonora Ciminiello per conto di Softplace S.r.l., l'azienda che sviluppa il Software 231, applicativo web progettato per adempiere al D.Lgs. 231/01.
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